In territorio di Gavoi, nella regione limitrofa al territorio di Mamoiada, di Fonni e di Lodine, esisteva, da tempo immemorabile, una chiesetta dedicata alla Vergine d’Itria. S’ignora da chi e in quale epoca fu costruita. Al riguardo si può fare soltanto qualche congettura molto vaga ed incerta, in base ad elementi di studio che possono essere forniti da un’attenta osservazione della zona stessa, notevolmente interessante sotto l’aspetto archeologico. Qui infatti, in diversi punti, esistono ancora i ruderi di costruzioni megalitiche che dimostrano come la regione fosse un centro abitato fin da tempi remotissimi: nella zona di “Istelathe” si vedono ancora le tracce di mura ciclopiche, formate da enormi macigni granitici sovrapposti mentre a “Soroeni” sono evidenti le mura delle capanne di un grande villaggio.
Sono presenti anche i ruderi di alcuni nuraghi semidiroccati, come quello denominato ”Zorzi Froris”, con la sua celletta a volta di pietre, ormai semidistrutta; quello chiamato “Castrulongu”, che presenta ancora intatta la porta d’ingresso, bassa ed angusta, con architrave formato da una sola grossa pietra rozza; quello denominato “Talaighè”, il più intatto fra i nuraghi della zona, con la sua forma caratteristica a tronco di cono, con la sua cella a volta di pietre, cui si accede per una porta bassa e stretta, con la muratura fatta di blocchi granitici ricoperti esternamente di una patina gialla; e poi ancora quelli di “Mucru” , “Arrana”, “Golamidda” e “S’Abba Mala”.
Si possono, inoltre, osservare quelle che comunemente vengono dette “Domus de Janas”, tombe primitive, sotterranee o scavate nella viva roccia, inizialmente dalle forze della natura e poi regolarizzate dalla mano dell’uomo. Tali sono quelle dette “sas fenestras”, nome derivante dalla finestrella a due fori quadrangolari che caratterizza una di esse, scavata in un’enorme roccia; tali sono anche quelle che si incontrano nella salita verso ”Istelathe” e nel villaggio di “Soroeni”. Sono presenti anche alcune tombe dei giganti, tra le quali la più grande si trova in regione “Lidana”. Ma un’attenzione tutta particolare merita il “Menhir”, la così detta ”Perda de sa Itria”, che si trova all’interno de “Su Zardinu”, enorme e grezza colonna monolitica di granito che, conficcata verticalmente e profondamente in terra, s’innalza a guisa di obelisco fino all’altezza di circa quattro metri dal suolo.
fonte:saitria.it