Appello dei sindaco Lai ai suoi colleghi delle zone interne: puntiamo tutto sulle Unioni
ARTICOLO DELLA NUOVA SARDEGNA
Il nuovo assetto istituzionale della Regione per gli enti locali non è immune da mal di pancia nel Nuorese. Il rischio paventato è che la provincia rimpicciolita, sia il vaso di coccio costretto a viaggiare con i vasi di ferro delle città metropolitane di Cagliari e Sassari. Così il sindaco di Gavoi, Salvatore Lai, nel recente convegno sulla montagna: «La riforma – dice – ha partorito delle piccole province, che non contano nulla e sono pure commissariate. Credo – aggiunge – sia necessario compattarsi nel territorio, all’interno delle Unioni dei Comuni, così da risolvere i problemi legati alla deficienza dei servizi e mettere su piani di sviluppo». L’idea di Lai è di cogliere le opportunità della precedente legge di riordino delle autonomie locali, approvata dal Consiglio regionale nel 2016.
I Comuni, aggregati nelle loro unioni e nella stesse rete urbana di Nuoro, prendevano infatti il posto per 90 anni appartenuto alla Provincia, esercitandone le funzioni amministrative. Tutto questo a maggior ragione prima che il referendum popolare del dicembre 2016, sulla cosiddetta riforma-Boschi, non decidesse di salvare l’ente intermedio. Dal cuore della Barbagia, Lai sprona i propri colleghi perché ci si convinca che per il Nuorese non ci sia molto per stare allegri. Tutto questo ancor di più dopo che la Regione lo scorso aprile ha affiancato alla città metropolitana di Cagliari, quella di Sassari e reintrodotto le province Sulcis-Iglesiente, Olbia-Tempio e Ogliastra, soppresse nel 2012, sempre con referendum: «La nostra vecchia Provincia – commenta Lai – non ne esce per niente bene. Anzi, la valutazione del nuovo assetto istituzionale porta a pensare che il riordino votato nel 2021 dal Consiglio regionale nasconda una concezione del rapporto città-territorio, direi così, suicida. Perché, mi chiedo, quale sia la logica e soprattutto l’obiettivo. Se si mette in atto un certo meccanismo, significa che noi dell’interno dobbiamo trasferirci tutti in città».
La soluzione di Salvatore Lai, prima che nell’aggiustamento istituzionale, sembra puntare su uno scatto d’orgoglio delle comunità della provincia, dalla Baronia, al Marghine, alla Barbagia. Oggi ritenuto urgente, considerato che si è aperta l’opportunità di partecipare alla divisione dei fondi del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea.
«Le risorse disponibili – sottolinea il primo cittadino di Gavoi – sono fondamentali per migliorare la condizione del territorio e del nostre comunità. Prima di tutto – aggiunge – per eliminare le deficienze infrastrutturali, quelle viarie e quelle digitali, che rendono spesso complicato vivere in questa provincia». L’invito, molto concreto, è di battere cassa, per ottenere, se non qualcosa in più, certo la quota “legittima”.
Un argomento da spendere bene è quello ambientale: «Nella transizione ecologica, che è il primo obiettivo della comunità europea – ricorda Lai – noi siamo la parte più avanzata, perché apportiamo al sistema un ambiente incontaminato, le risorse idriche, l’agricoltura di montagna. Se questi beni esistono – aggiunge – è perché le nostre comunità li hanno tutelati. A quelle stesse comunità ora vanno assegnati i mezzi per continuare a vivere nell’interno, in montagna. Così che non vadano via, perché non c’è una sanità adeguata, o mancano le scuole e gli uffici primari». Tutto questo per non diventare il “vaso di terracotta” manzoniano, che il riordino degli enti locali del 2021 non avrebbe evitato, ma anzi reso più fragile. Unirsi o morire, è il concetto che il sindaco Lai invia ai colleghi nuoresi: «Dobbiamo utilizzare le prerogative delle Unioni dei Comuni e delle Comunità montane. Vanno chiesti alla Regione i mezzi, umani e finanziari, perché questi enti possano svolgere al meglio il loro compito».
Articolo della Nuova Sardegna Leggi la fonte(f.p.)
FOTO P.MULAS