Riportiamo le dichiarazioni, che condividiamo, del Presidente del Taloro Gavoi all’indomani della pesantissima e senza precedenti decisione del giudice sportivo in merito al referto del direttore di gara di Porto Rotondo Taloro Gavoi. Aggiungiamo che, il giudice sportivo, prima di prendere cosi drastiche decisioni, avrebbe dovuto verificare con attenzione ciò che il direttore di gara ha scritto nel referto. Il Taloro è una società sana, che ha sempre avuto comportamenti sportivi riconosciuti e apprezzati in tutti i campi della Sardegna in cui ha giocato, ha portando l’entusiasmo genuino di chi ama il calcio, spesso riempendo stadi e campi comunali (desolatamente vuoti), con centinaia di tifosi entusiasti, bambini, donne e famiglie al seguito. Un esempio, che ora viene calpestato da una arbitro, che già in precedenti occasioni si era dimostrato inadatto tecnicamente a dirigere una gara di eccellenza.[GavoiCom]
Mathias Urru Presidente del Taloro Gavoi non la manda certo a dire, intervistato dal giornale online https://guilcersport.it/
Siamo arrabbiatissimi. Ero presente alla partita e rimango davvero sconcertato. Il Taloro Gavoi in questi 22 anni di partecipazione al campionato di Eccellenza, si è fatto conoscere come un esempio di sportività amicizia e comportamento corretto. Una società che ha dato lustro ai campionati dilettantistici e che ha fatto dell’amicizia e del rispetto il suo cavallo di battaglia.
Decisione del giudice sportivo frutto del referto dell’ arbitro Casula di Ozieri, [INVENTATO 80% DEL REFERTO…]
Non ho paura a dire che l’arbitro Casula ha inventato l’ 80% delle cose che refertato. E’ purtroppo incappato in una partita sbagliata, ha fatto un errore gravissimo sul gol annullato che era un’autorete. Ha compiuto un errore tecnico gravissimo al trentesimo del primo tempo che ci ha rovinato la partita, ammonendo Littarru al posto di Fois, facendoci rimanere in nove.
Il direttore di gara scrive però di episodi molto precisi… [NESSUNO HA SPUTO…]
Io posso garantire sulla cosa che mi preme di più. Nessuno ha sputato l’arbitro, gli assistenti e tantomeno minacciati. Il pubblico ha diritto di sostenere la squadra ma ripeto, su minacce e sputi non transigo.
Si circostanzia di un parapiglia al termine del primo tempo al rientro negli spogliatoi… [NESSUN PARAPIGLIA..]
Il parapiglia a fine primo tempo viene creato dalle provocazioni di un magazziniere del Porto Rotondo, non in distinta, indebitamente nel sottopassaggio. Nonostante ciò, l’intervento tempestivo dei dirigenti delle due squadre ha fatto sì che non si arrivasse neanche al contatto fisico. Per cui fa male leggere di un’aggressione di una squadra al completo come se fosse una squadriglia fascista, che andava inseguire questo magazziniere. L’arbitro era negli spogliatoi tenendosi ben lontano dalla questione.
In questa fase si identifica anche il vostro giocatore Fois come minaccioso a fine tempo…[FOIS NON ERA PIU IN CAMPO]
E’ incredibile perché il ragazzo viene identificato come autore di minacce a fine primo tempo, mentre dopo essersi fatto la doccia è salito in tribuna e quindi era assente, perché era affianco a me.
Anche mister Mario Fadda a fine gara avrebbe inveito contro l’arbitro…[FADDA NON HA INTERLOQUITO CON L’ARBITRO A FINE GARA]
E’ impossibile per il fatto che come fa sempre, il mister a fine gara fa il cerchio a centrocampo con la discussione alla squadra e quindi non ho capito come ha fatto incrociarsi con l’arbitro nel sottopassaggio.
Le quattro giornate a Mastio identificato come capitano come si spiegano? [ILCAPITANO DELLA SQUADRA è MELE..E NON MASTIO COME AFFERMATO DALL’ARBITRO]
Questo dà la dimensione esatta della confusione del direttore di gara che identifica Mastio come il capitano della squadra in maniera strumentale per aggravare la sua situazione . Anche i sassi, penso, sanno che da almeno 15 anni capitano della squadra è Roberto Mele.
Quale è il tuo pensiero dopo quello che hai visto e letto? [MALAFEDE, GORNATA NO, INCOPETENZA?]
A questo punto non so neanche cosa pensare, se alla malafede, all’incompetenza o a una giornata storta. E’ chiaro però che questo non giustifica le decisioni, le azioni denigratorie verso una squadra, una società, una dirigenza, un paese. Un atteggiamento punitivo che noto dall’inizio dell’anno. Assistiamo da parte di tanti, quasi tutti, a una dittatura, dove l’arbitro è Dio. Possono fare quello che gli pare, minacciare di prendere decisioni, rispondere senza educazione alcuna con toni incredibili. Loro sono al centro del mondo e le altre componenti devono subire impassibili senza poter dire nulla, altrimenti sono guai. Ci vuole rispetto. L’arbitro è libero di fare quello che vuole e non paga mai. Non mi nascondo, il signor Casula ha detto una miriade di bugie. Con una differenza, il presidente del Taloro ha una credibilità, gira tutta la Sardegna, ha amici dappertutto e ci rispettiamo tutti. Ed ha una credibilità, lui non lo so.
Cosa succederà adesso, farete ricorso? [FAREMO RICORSO]
Faremo ogni passaggio necessario per tutelare la nostra onorabilità. Scenderò a Cagliari al fine di difendere la società e salvare la dignità. Intanto sabato giocheremo a porte chiuse e non sappiamo ovviamente se sarà revocata la sanzione e soprattutto le giornate di squalifica.