Ospitalità nel cuore della Barbagia XXIIª EDIZIONE
Camminando per le incantevoli vie del centro storico, nel borgo dei pastori, si possono ammirare le tipiche case in granito dell’architettura barbaricina molto ben conservate e ci si può lasciar trasportare alla ricerca degli scorci inaspettati arricchiti dai profumati balconi fioriti. Custode della cultura locale, il museo Casa Porcu Satta raccoglie una notevole collezione etnografica: gli abiti della tradizione gavoese, i giocattoli d’un tempo, gli strumenti degli antichi mestieri, la pregevole Collezione di gioielli e amuleti in filigrana, e la raccolta di strumenti musicali.
Tra questi spicca su tumbarinu, il tamburo che ritma il ballo e il carnevale e che ha reso Gavoi famoso in tutta l’Isola. Tra i siti archeologici da visitare si segnalano, vicino alla chiesa di Sa Itria, il famoso menhir Sa perda Longa che si leva da terra per più di 3 metri mentre un raggruppamento di menhir è ancora visibile nella radura di Perdas Fittas in località di Aratu.
Nel territorio si conservano Diverse domos de janas (come quelle di S’iscrithola e di Gurrai) e nuraghi, tra i più importanti vi è il nuraghe di Talaichè, alto circa 6 m, con la caratteristica copertura a tholos intatta. Oltre che per le suggestive costruzioni perfettamente integrate nel paesaggio e i monumenti che spaziano dal neolitico al ‘900, Gavoi è noto anche per le produzioni artigianali e dell’agroalimentare, che includono le rinomate patate, diverse tipologie di pane (tipicità del centro barbaricino sono su pane de fresa e su cocone cun foza) e di dolci legati alle diverse ricorrenze stagionali, e soprattutto il formaggio Fiore Sardo DOP,
FONTE: ASPEN NUORO