[…] Questa libertà non ce l’hanno regalata, l’abbiamo conquistata giorno per giorno.
State attenti! Il consiglio che dò ai giovani è questo: cercate di difendere la libertà e la democrazia e quando vedete che una cosa va storta, dite che va storta. La guerra è da condannare, c’è anche scritto nella Costituzione Italiana. Perché quelli che hanno
scritto la costituzione avevano la testa sulle spalle, era gente che già aveva provato cosa voleva dire guerra. La guerra porta odi, distruzioni. I soldi, i miliardi spesi per le guerre
sarebbero potuti servire per fare opere tali da fare del mondo un giardino. Questa è la verità.
Si deve discutere, si deve avvicinare la gente […] Noi abbiamo fatto le lotte con impegno per migliorare, per garantire un avvenire dignitoso ai giovani, perché ci sia un futuro migliore. Non bisogna scordarsi però che Democrazia vuol dire confrontarsi con gli altri,
l’altro è un avversario politico non un nemico. […] Bisogna che la gente si parli e ragioni. È così che si coinvolgono le masse. La rivoluzione si fa con le masse, non con gli atti terroristici che uccidono gli innocenti. Le lotte si fanno con la gente che sa perché e per cosa sta lottando.
Ricordatevi: i soldi non si mangiano, il bello sono le opere. L’importante in una persona è ciò che è, non ciò che ha. Voi che siete giovani vi dovete battere. Noi ci siamo trovati davanti al fascismo, ma voi oggi trovate già una strada fatta, quella della democrazia e della libertà. Ma stiamo attenti, perché ci vuole poco perché ci privino di queste cose. Spetta a noi conservare queste conquiste. Fino a quando posso, io un aiuto ve lo do.
Intervista a Pietro Lai (1921-2017),
Gavoesos – Il Ventennio e La Guerra, Ed. Memorie di Barbagia pagg. 223, 224.